“Il mio quartiere” di Valtesse: informare per condividere e prendersi cura
Il racconto di Manuela e Sara
Signora Anna, ci sta dedicando qualche minuto del suo tempo qui al Centro Terza Età di Grumello di cui è vicepresidente. È questo il suo ruolo all’interno della Rete?
Faccio parte della Rete sociale di Grumello in qualità di vicepresidente del nostro CTE, ma direi che sono prima di tutto una residente di Grumello che ha voglia di fare qualcosa per gli altri. Sono nata a Dalmine, ma ho vissuto qui tutta la mia vita e conosco molto bene il quartiere.
È cambiato Grumello in questi anni?
Molto. È sempre stato un quartiere tranquillo, poi abbiamo assistito ad un vero e proprio buco generazionale. I figli di chi ha sempre vissuto qui sono andati a vivere altrove e oggi sono questi giovani a mancare. Allo stesso tempo il quartiere si è ripopolato di stranieri e sono cambiate le sue esigenze.
L’immigrazione è al centro dell’attenzione della Rete sociale?
È uno degli aspetti principali, sì. Però non ci occupiamo solo di questo. In questo quartiere c’è molta fragilità in tutti i settori, dalla famiglia ai ragazzi, dagli anziani alla salute, all’ambiente. Quando emerge qualcosa lo si porta a conoscenza dei cittadini all’interno della Rete.
Crede che l’integrazione sia la risposta che Grumello può dare a questi cambiamenti demografici?
Sarebbe bello, ma è anche una sfida difficile. Gli stranieri non vivono veramente il quartiere e a volte manca un po’ l’apertura verso gli altri. Le donne straniere, le mamme soprattutto, possono essere la chiave per creare un dialogo. Loro sono più integrate, vogliono partecipare per i figli. Ecco, direi che non ci sono forti conflitti, ma forti chiusure.
E i residenti storici invece?
Spesso rispondono chiudendosi a loro volta. Questo è sempre stato un quartiere un po’ emarginato dal contesto sociale cittadino, non è certo una novità. Però ci si lamenta della mancanza dei servizi e dei negozi e non si fa niente per mantenerli qui. Sono solo i residenti che possono innescare il cambio di rotta cercando quello di cui hanno bisogno all’interno del quartiere e supportando così le attività che sono rimaste.
Cosa fate per incentivare il legame?
Organizziamo moltissime iniziative. Ci sono i Mercatini di Natale, la StraMilani che permette ai più piccoli di scoprire il quartiere e il Parco agricolo che lo circonda, Hello Grumello dedicata allo sport e allo stare insieme, la Caccia al libro e tante altre. Abbiamo dei progetti davvero corposi e devo dire che a Grumello siamo dei veri festaioli!
Come definirebbe la sua Rete sociale?
Come un supporto attivo e valido per il quartiere. Partecipo alla Rete da quando è nata e mi accorgo che Grumello non è mai stato così vivo. Se dovessi usare una parola per descrivere quello che avviene grazie alla Rete direi “movimento”. E quando le cose si muovono, anche le persone cambiano.
Perché è importante lavorare insieme?
Perché la bellezza di fare cose utili insieme poi si riversa anche sulle singole persone e questo permette di realizzare un ambiente più vivibile e migliorare lo stile di vita di tutti. Credo che gli abitanti del quartiere dovrebbero essere interessati a questo.
Un’ultima domanda: perché partecipare in prima persona?
Per andare oltre il dire e cominciare a fare. Io sono convinta che la mia libertà finisca dove comincia quella degli altri. È importante trovare il pieno rispetto di questo spazio che poi è la dimensione pubblica, che appartiene a tutti.
Le Reti di quartiere sono aperte a tutti i cittadini che, come singoli o in qualità di rappresentanti delle realtà nelle quali operano, vogliono contribuire alla costruzione e trasformazione del proprio quartiere.
Scopri dove si trova la Rete del tuo quartiere, quali sono le realtà che ne fanno parte e quali iniziative e attività organizza.