“Fare nonostante tutto”, non perdere l’occasione perché ogni occasione lasciata non ti porta ad andare avanti ma solo ad arretrare

“Fare nonostante tutto”, non perdere l’occasione perché ogni occasione lasciata non ti porta ad andare avanti ma solo ad arretrare

A Carnovali una comunità capace di vivere e trasformare il proprio quartiere

Il racconto di Francesca

Francesca, da quanto tempo sei residente a Carnovali e come hai conosciuto la Rete?
Sono originaria di Osio Sotto, ma vivo a Carnovali da 12 anni, mi sono trasferita qui con mio marito e adesso siamo una famiglia con due bambini. La famiglia è stata la “molla” che mi ha fatto conoscere meglio il quartiere e la Rete: prima della maternità viaggiavo molto per lavoro e la mia organizzazione era del tipo “casa-lavoro”. Grazie ai miei figli ho iniziato a partecipare a diverse iniziative extrascolastiche e poi le cose si sono susseguite: accompagnare i bambini alle attività, partecipare al consiglio di istituto, arrivare alla Rete di Quartiere. Mi piace trasmettere ai miei figli la dimensione del vivere il quartiere, così come io ho vissuto il mio Comune.

 

E sei riuscita a trasmettere questo ideale tratto di unione?
Adesso di più, c’è voluto un lungo tempo di assestamento e orientamento. Carnovali è un quartiere che sta ancora cercando un’identità: è nato da diverse spinte, da grandi investimenti immobiliari recenti, ma ha una parte storica, è periferia, ma è vicino al centro, c’è commistione e diversità tra vecchi e nuovi residenti (anziani, giovani famiglie, case popolari e grandi condomini
moderni, tante etnie…). È anche un quartiere poco conosciuto perché le vie veramente “di quartiere” sono poche rispetto alla parte industriale e ai tanti supermercati.

 

Come è vivere la Rete di Carnovali e in che modo vi partecipi?
In Rete io sono una residente e una mamma che si interessa del quartiere e spesso ho fatto anche da ponte con l’istituto scolastico Bambin Gesù. Rispetto ad altre Reti abbiamo tanti cittadini e poche associazioni; da un lato avere più associazioni potrebbe dare maggior forza alla voce della Rete, ma i cittadini presenti ci mettono “anima e corpo” e, secondo me, a Carnovali si è trovato un buon metodo per condividere argomenti e anche “lamentele” /criticità per poi analizzarle e pensare a cosa costruire.
Non ci siamo mai lasciati andare, anche con la pandemia, forse proprio perché sappiamo quanto sia difficile fare rete, abbiamo tenuto la porta aperta e non ci siamo lasciati prendere dallo sconforto del non vedersi dal vivo. Ci siamo visti spesso online e siamo riusciti a progettare alcune iniziative ad hoc.

 

Raccontacele!
La prima è stata l’albero di Natale: l’idea è nata a settembre quando si pensava che la situazione epidemica fosse migliore, per portare un segno di festa e aggregazione nel quartiere. Poi la criticità della situazione ha reso il percorso di questa iniziativa più “accidentato”, ma l’esito è stato molto positivo. L’Amministrazione ha messo a disposizione un grande albero che abbiamo fatto collocare presso un prato pubblico in via Berizzi, mi ricordo che nevicava il giorno che lo hanno portato!
Abbiamo invitato la scuola e le famiglie ad appendere liberamente delle decorazioni e come Rete abbiamo appeso due striscioni augurali. Io ho vissuto molto il punto di vista dei bambini anche perché avevamo organizzato anche una raccolta di letterine per Santa Lucia con una cesta sotto l’albero dicendo che sarebbero passati degli elfi a ritirarle!
La scuola ha risposto molto bene, ma anche singoli cittadini fuori dal mondo scolastico e dalla Rete hanno partecipato.

La seconda è stata per carnevale: è arrivato in un periodo in cui ormai le persone erano stanche di non potersi incontrare e, in più, a Carnovali questa festa è importante perché negli ultimi anni tra Rete e Parrocchia abbiamo organizzato una sfilata sempre molto partecipata. Perciò non abbiamo rinunciato a dare un segno di festa. Abbiamo deciso di colorare il quartiere invitando a disegnare
maschere colorate e appenderle in alcuni punti specifici visibili creando dei “collage” di mascherine colorate. Nonostante il maltempo anche qui la scuola ha dato un buon riscontro e, soprattutto, abbiamo avuto una grande partecipazione dai progetti Senzacca e dal Laboratorio Autonomie che hanno partecipato alla preparazione delle postazioni con grande slancio e con cui abbiamo creato un podcast a tema carnevale.

 

Che cosa portate a casa da queste esperienze?
Le iniziative hanno fatto da centro aggregativo oltre le aspettative nonostante la situazione, riuscendo a creare vicinanza superando il virtuale e l’impossibilità di fare una aggregazione classica e dando anche una maggior visibilità alla Rete.
Soprattutto porto a casa che dedicare il proprio tempo ed esserci ripaga, ti fa trovare un quartiere vivo e non solo un “crocevia di strade”.

 

Quali sono secondo te le prospettive future per Carnovali? Come lo vedi fra 5 anni?
Ah! Ma io ragiono anche fra 10 anni! Mi aspetto più attenzione e una maggior sensibilizzazione a 360 gradi: sviluppare una maggior
presa di coscienza e condivisione sul vivere gli spazi partendo da piccole cose come la cura dei parchi, ma senza tornare indietro.
Abitare Carnovali è sfidante, ma non andrei mai via perché è un quartiere che si presta alla possibilità di innovarsi; è un quartiere che è cambiato negli anni, non si è fermato e io voglio creare in me e nei miei figli la sensazione che non si debba andare via, ma creare occasioni qui. In questo la Rete aiuta perché porta considerazione per le persone, ti da una sensazione di famiglia, ti fa sganciare dalle tue ideologie e metterti in gioco per migliorare le situazioni.

Per concludere come descriveresti Carnovali in tre parole?
Strano perché non ha la classica composizione “Chiesa, piazza, panettiere…
Energico perché ci sono tante spinte da incanalare
Accessibile per tante nuove famiglie e bambini perché è un posto vicino al centro e ai suoi servizi e allo stesso tempo è “fuori dal caos”.

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