“Il mio quartiere” di Valtesse: informare per condividere e prendersi cura
Il racconto di Manuela e Sara
Tiziana, qual è la tua esperienza professionale e che ruolo hai nell‘Associazione “Borgo Tasso e Pignolo”?
Le cooperative di spettacolo sono nate negli anni 70, io ho cominciato a 24 anni come attrice in una compagnia di spettacoli per bambini.
Prima di allora lavoravo in uno studio notarile ma ho abbandonato le sicurezze di un posto fisso per dedicarmi, insieme ad alcuni amici, allo sviluppo di una cooperativa teatrale che si chiamava “Teatro Viaggio”.
Dopo due corsi per attore mi hanno chiesto di entrare in cooperativa, l’esperienza nello studio notarile è tornata utile nella gestione amministrativa della cooperativa che, tra le varie cose, gestiva anche l’Auditorium di Piazza Libertà. Sono stata anche rappresentante sindacale per le cooperative di spettacolo in Conf-Cooperative.
Oggi lavoro per l’associazione ARTS che si occupa della progettazione dei teatri per i bambini e di organizzazione di eventi culturali.
E l’associazione?
Nel novembre del 2016 ho cominciato la collaborazione con l’associazione Borgo Tasso e Pignolo che stava nascendo in quel periodo su iniziativa di Silvana della Pasticceria Salvi.
L’associazione Borgo Tasso e Pignolo nasce con l’obiettivo di promuovere eventi di tipo culturale a servizio e beneficio degli esercizi commerciali del Borgo. Per caso, in un momento di stop dal lavoro per infortunio, frequentando giornalmente la pasticceria vicino a casa, ho intercettato uno dei tanti incontri del direttivo dell’associazione che si tenevano nel locale.
Sono naturalmente curiosa e mi sono chiesta chi fossero, decidendo poi di dare una mano, dato che mi occupo di organizzare eventi culturali e di spettacolo.
Da quanti anni abiti a Pignolo?
Ho preso casa a Pignolo da 20 anni.
Partecipi alla Rete per conto della Associazione Borgo Tasso e Pignolo. Com’è nata la Rete di quartiere del Centro Pignolo?
Ho conosciuto l’Operatore di quartiere nel 2016 durante un incontro di conoscenza reciproca, in pasticceria, con l’associazione Borgo Tasso e Pignolo e da lì abbiamo cominciato ad aggregare persone intorno all’idea di attivare un lavoro di Rete in questo quartiere.
Come associazione amiamo incontrarci in luoghi informali del quartiere, sono i luoghi di vita e di relazione dove si possono incontrare le persone. Anche le conferenze stampa di promozione degli eventi con i giornalisti venivano organizzate in luoghi informali, cercando di creare un clima leggero e divertente.
La Rete si è aggregata, inizialmente, intorno a una attività che ha visto la partecipazione della Parrocchia, del Centro di Ascolto, del Centro Ricreativo Pignolo, dell’Istituto Comprensivo Donadoni, di alcuni cittadini residenti.
Si trattò di un mercatino solidale, che noi abbiamo chiamato “Svuota e Dona” a sostegno del Centro d’Ascolto parrocchiale.
Ci racconti questa esperienza del mercatino “svuota e dona”?
Il mercatino “Svuota e Dona” nasce da una relazione con il Centro di Ascolto Parrocchiale di Pignolo di Vicolo Sant’Elisabetta. Le signore che animano quello spazio si prodigano per supportare donne e famiglie in difficoltà economica fornendo pacchi alimentari, farmaci e consulenza nella ricerca del lavoro. Non solo persone provenienti da paesi esteri ma anche molti italiani. Ho pensato al surplus di cose che tutti noi abbiamo a casa e che si potrebbero mettere a disposizione all’interno di un mercatino per ricavarne una quota economica da devolvere.
E la Rete è stata coinvolta?
Il mercatino è stato uno dei primi oggetti trattati nella nascente Rete di quartiere di Pignolo realizzato nel mese di dicembre intorno alla festa di Santa Lucia con la collaborazione del Centro Ricreativo Pignolo, della Scuola Donadoni, dell’Associazione Borgo Tasso e Pignolo, dell’Operatore di quartiere, della Fondazione Istituti Educativi, del Parroco, di alcuni cittadini residenti che hanno ceduto oggetti loro. Siamo partiti con la prima edizione del mercatino che poi negli anni è stato riproposto a più riprese consentendo di raccogliere alcune migliaia di euro per il Centro d’Ascolto.
Nella ricerca di uno spazio dove realizzare il mercatino abbiamo scoperto un angolo di quartiere incantevole ma sotto utilizzato, essendo adibito solamente a parcheggio, si tratta del Chiostro di Santo Spirito di proprietà degli Istituti Educativi. Da allora quel luogo ha avuto altre funzioni ed è stato utilizzato dal quartiere per altri eventi nel corso degli anni.
Dal tuo punto di vista cosa insegna questa esperienza?
L’unione tra mecenatismo e carità è il presupposto che sta alla base di questa iniziativa, unione, che da sempre ha creato progresso culturale nella storia.
Il progetto si propone di aumentare la capacitazione sociale della comunità che abita e vive il quartiere, partendo dalla gestione degli spazi, che sono spazi dell’abitare ma anche risorse per la socialità e le relazioni. Capacitazione della comunità intesa come aumento della capacità collettiva di conoscersi e di “riconoscersi”, attivandosi per il proprio benessere. L’idea è quella di valorizzare il quartiere come comunità empatica e competente, cioè capace di conoscersi e riconoscersi in base alle proprie reali risorse e di metterle al servizio degli abitanti in maniera attiva ed efficace, come punto di riferimento centrale per i bisogni dei cittadini.
Le Reti di quartiere sono aperte a tutti i cittadini che, come singoli o in qualità di rappresentanti delle realtà nelle quali operano, vogliono contribuire alla costruzione e trasformazione del proprio quartiere.
Scopri dove si trova la Rete del tuo quartiere, quali sono le realtà che ne fanno parte e quali iniziative e attività organizza.